E se fosse colpa mia?
Colpa.
Riflettevo su questa parola e sul suo significato.
Colpa. Nessuno la vuole. Mai. Tutti s’affannano a passarla ad altri, purche’ diversi da se. Circostanze. Persone. Accadimenti o mancati tali. C’e’ sempre una ragione (altra da noi) a giustificare le cose che ci succedono o che non ci succedono. Soprattutto se sono negative. Se sono fallimenti (altra parola tabu’!).
Colpa.
Ce lo inculcano da piccoli che esiste e che va evitata come un attacco di diarrea su un tram lento e affollato lontano da casa in un giorno di pioggia. E perche’? Perche’ la sua proiezione su spalle altrui funzioni da morbida carta igienica per il nostro ego vacillante nella sua incerta identita’?
Io dico che la colpa e’ un’opportunita’. Se si e’ capaci di leggerla come tale. Perche’ se una persona e’ “colpevole” di quello che fa (o che non fa) e’ anche capace di scegliere quello che fa (o che no fa). Capace di decidere. Di prendere o lasciare. Di restare o cambiare. Di andare o venire. Di battere o levare.
Sono poche le cose che non dipendono da noi. Che non cerchiamo e non possiamo cambiare.
La malattia. La morte. Per esempio.
Tutto il resto e’ vita. Ed e’ meravigliosamente “colpa” nostra.